Creator “trash” su TikTok: un’occasione (troppo spesso) sprecata per i brand
Il potere del trash: oltre l’apparenza, un’opportunità strategica
Su TikTok Italia esiste un ecosistema creativo che sfugge alle logiche tradizionali del marketing: un universo fatto di meme, sketch improvvisati, haul esagerati e sfide improbabili. Spesso etichettati come “trash” o contenuti di serie B, questi creator riescono però a intercettare milioni di utenti e a generare engagement esorbitanti senza bisogno di piani editoriali, format curati o produzioni patinate.
Secondo il report What’s Next 2025 di TikTok For Business, i contenuti autentici e non patinati sono tra le tendenze emergenti più rilevanti, in quanto capaci di generare connessioni genuine con il pubblico. Un’opportunità concreta, che molti brand sembrano però non voler ancora cogliere.
I nuovi volti del trash virale: profili da tenere d’occhio
Abbiamo analizzato tre creator italiani molto attivi su TikTok, spesso percepiti come trash, ma in realtà capaci di produrre numeri e coinvolgimento da brand top-tier.
u_calabrisi45 (@u_calabrisi1)
Conosciuto per i suoi format ricorrenti e rituali, ha creato un’identità riconoscibile intorno a contenuti semplici ma virali. Conta oltre 366.000 follower e un Influencing Value superiore a 500.000. Il suo pubblico è composto per il 61,8% da uomini: un segmento spesso più difficile da raggiungere attraverso i canali creator tradizionali.
Cara (@caravillain)
Regina indiscussa degli haul da discount e supermercati, racconta con tono teatrale e ironico i suoi acquisti settimanali. Con 2,7 milioni di follower e un Influencing Value superiore a 500.000, la sua community — composta per quasi l’80% da donne — partecipa attivamente ad ogni contenuto, alimentando dinamiche conversazionali rare nel panorama creator.
Ken Lee (@kenleeoriginal)
Autore di sketch veloci e surreali, in cui oggetti come accendini e utensili diventano protagonisti, è diventato un personaggio cult del web. Nonostante superi i 3 milioni di follower, il suo Influencing Value è ancora basso (116.000), segnale di collaborazioni ancora assenti. Eppure la sua audience è tra le più fedeli: oltre l’86% è composta da uomini, con una costanza di engagement impressionante.
Collaborazioni mancate (per ora): i brand che possono fare il salto di qualità
Questi creator stanno già creando contenuti in cui i brand sono presenti, anche se in modo non ufficiale. Il legame è spesso talmente spontaneo e naturale da sembrare frutto di una campagna strutturata. Valorizzare questi segnali potrebbe permettere ai brand di rafforzare la propria presenza sulla piattaforma in modo autentico e ad alto potenziale.
San Carlo (@sancarlofficial)
Presente in modo ricorrente nelle challenge di u_calabrisi45, San Carlo è ormai entrata a far parte dell’immaginario TikTok del creator, con le patatine protagoniste di veri e propri “format partecipativi” che coinvolgono la community. Il profilo TikTok ufficiale, con 13.500 follower, ha già dimostrato ottime performance: un Influencing Value di 4 milioni e un Engagement Rate del 19,80%. Attivare una collaborazione mirata con un creator così affine potrebbe amplificare ulteriormente la visibilità del brand e rafforzare la connessione con un target giovane e ingaggiato.
Action Italia (@actionitalia)
I prodotti di Action sono tra i protagonisti indiscussi degli haul di Cara, che riesce a trasformare ogni contenuto in una narrazione spontanea e virale. Il brand ha già costruito una solida community su TikTok: 134.000 follower, un Influencing Value di 2 milioni e un Engagement Rate del 3,80%. Un’eventuale collaborazione strutturata con Cara potrebbe rafforzare ancora di più la brand identity e favorire dinamiche di awareness naturale e coinvolgente, con contenuti perfettamente in linea con i trend della piattaforma.
Clipper Italia (@clipperitalia)
Gli accendini Clipper sono una presenza ricorrente nei video di Ken Lee, che li utilizza come elemento distintivo e creativo. La spontaneità con cui questi oggetti si inseriscono nel racconto visivo rende il brand già perfettamente integrato nell’immaginario della sua community. Con 65.800 follower, un Influencing Value di 31.000 e un Engagement Rate contenuto (0,20%), Clipper ha l’opportunità di consolidare la propria visibilità sfruttando una sinergia già esistente. Attivare una partnership con Ken Lee potrebbe rappresentare un passo strategico per valorizzare una presenza autentica e ampliare la portata del brand su TikTok.
Perché il “trash” può essere un asset strategico
Ci sono almeno tre motivi per cui i brand dovrebbero iniziare a considerare con maggiore attenzione questi creator:
- Coinvolgimento autentico
I contenuti, per quanto ripetitivi o “fuori dagli schemi”, generano commenti, duetti, stitch e interazioni reali. Il pubblico si sente parte attiva di un rituale collettivo.
- Riconoscibilità immediata
Ogni creator ha uno stile unico, identificabile al primo scroll. Questo li rende ideali per campagne che puntano su viralità, user generated content e passaparola.
- Accesso a nicchie spesso ignorate
Uomini giovani, pubblico ironico e meme-friendly, utenti della fascia 18-30: segmenti poco raggiunti dai soliti macro influencer ma reattivi a linguaggi più spontanei.
Nel mondo dell’Influencer Marketing, dove l’attenzione è la risorsa più preziosa, ignorare questi profili significa rinunciare a uno dei canali più potenti della creator economy. I brand che sapranno cogliere queste opportunità avranno un vantaggio competitivo concreto, costruito su contenuti che fanno ridere, coinvolgono… e vendono.
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